Messaggio del Parroco

Carissimi,
una parola su Gaza la voglio dire anch’io, pur non essendo un esperto di geopolitica o, meglio, una parola bisogna che qualcuno provi a dirla di fronte al silenzio imperante o alle frasi di circostanza intrise di falsità e di ipocrisia. Non c’è bisogno di essere una cima per capire che i conti non tornano e che la sproporzione evi-dente tra ciò che Israele ha subito e quello che ora l’esercito israeliano sotto il comando di Netanyahu sta perpetrando alla popolazione palestinese, nasconde qualcosa, un progetto che può essere portato avanti solo grazie all’avvallo da parte della comunità internazionale. Per quanto la legge di Hammurabi, occhio per occhio e dente per dente, ci possa sembrare barbara e primitiva, mostra tuttavia la sua volontà di garantire almeno una forma di equilibrio e di proporzionalità nello scontro. Equilibrio e proporzione che invece sotto gli occhi di tutti sono stati violati e continuano ad esserlo, suscitando solo un’apparente e inefficace indignazione. I casi sono due: o tutto il mondo è succube del potere militare di un minuscolo Stato governato oggi dall’ala più estremista della destra nazionalista, oppure gli interessi in gioco, che a noi comuni mortali sfuggono, sono tali da accettare il genocidio degli abitanti di Gaza. Perché fino a che non saranno rase al suolo le sue città e l’attuale Governo di Israele non avrà il pieno controllo di questa terra, la guerra, salvo sorprese e imprevisti, continuerà. Tra territori occupati e insediamenti abusivi, solo un cieco non vede quale sia l’intento di quella parte di Israele che intende tornare in pieno possesso della “Terra promessa”. Ciò che gli ebrei hanno subito durante la seconda guerra mondiale, non giustifica e non da oggi a loro il diritto di mostrarsi essi stessi crudeli verso la popolazione palestinese che sta subendo quotidianamente attacchi con centinaia di morti, senza potersi difendere, né offendendo nessuno, ma cercando unicamente di sopravvivere alle bombe e alla fame. La storiella di chi ha cominciato per primo, a questo punto non regge più. Hamas, che nessuno sia ben chiaro intende difendere né per quello che ha fatto, né per il suo desiderio di annientare a sua volta Israele, è il risultato anche di una vera e propria vessazione in cui i palestinesi da decenni ormai sono costretti a vivere. Interessi economici e politici si celano ancora una volta dietro una finta guerra di religione, di etnia, e per interesse si preferisce guardare da un’altra parte. A morire a Gaza oggi non sono solo i bambini per denutrizione o uomini e donne innocenti bombardati mentre si accalcano nei pochi luoghi dove viene distribuito il cibo, ma la coscienza dell’Occidente. Lì oggi tocchiamo con mano il falli-mento della politica, della diplomazia, del buon senso e persino della nostra umanità. È assurdo che sotto gli oc-chi di tutti Netanyahu e quelli della sua parte possano continuare imperterriti nel loro progetto, non è ammissibile che la comunità internazionale, a parte esternazioni di disapprovazione e auspici di un cessate il fuoco, resti semplicemente a guardare attonita senza far niente, senza intervenire. Se tutti fossero realmente contro quanto sta accadendo e se Netanyahu fosse completamente isolato, le cose cambierebbero di sicuro. È vero che lo Stato di Israele, con la compiacenza dei Paesi occidentali, è arma-to fino ai denti e ha l’atomica, ma non ce l’ha solo lui e non gli conviene usarla come non conviene a nessun altro. Spiace dirlo, ma ancora una volta sono i più deboli, i più poveri e spesso innocenti a dover pagare il prezzo della loro stessa vita perché i potenti si spartiscano tra loro le parti tra armamenti, ricostruzioni, risorse naturali e sogni di gloria personali e nazionali. Vorrei gridare: Basta! Che sia finita! La tregua non deve essere auspicata, ma imposta. Ma evidentemente sono un visionario, un sognatore ingenuo. La Cina pensa alle sue cose, la Russia è impegnata su un altro fronte, i Paesi arabi non sono in grado neanche di difendere i loro fratelli perché il loro petrolio lo comprano quelli che stanno dall’altra parte della barricata, gli Americani se ne lavano le mani, l’Europa sembra la bella addormentata che non sa neppure che pesci pigliare e di fronte a questa crisi sta mostrando tutta la sua debolezza e inconsistenza. Così presa Gaza, resta ancora la Cisgiordania e poi Israele avrà riconquistato per intero la “sua” terra. Si lo so sono semplificazioni le mie, quelle di chi, come ho confessato dall’inizio, non ha fatto studi approfonditi su queste cose, ma resto convinto come scrive S. Paolo a Timoteo che “l’attaccamento al denaro è la radice di tutti i mali”. Anche l’Apostolo Giacomo annota: “Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra!”. Finché prevarrà l’interesse di qualcuno su quello degli altri non ci sarà mai pace!
Il vostro Parroco